giovedì 13 marzo 2014

La Caremma



In molti centri del Salento alla fine del Carnevale fa la sua comparsa. la Caremma. La parola “caremma” deriva da Quaresima,  il periodo di digiuno che precede la Pasqua per il calendario cristiano. Nella tradizione popolare, la Caremma rappresenta la moglie del Carnevale, morto  il giorno di martedì grasso; viene appesa sui terrazzi delle case, sui pali  delle strade il mercoledì delle Ceneri per ricordare l’inizio della Quaresima, periodo di digiuno, di sacrificio e di astinenza. Rappresenta anche  una specie di  calendario che serve  a tenere il conto delle settimane che avvicinano alla Pasqua. Vestita con un abito nero in segno di lutto, la vecchina ha in una mano il fuso e la lana da filare quale simbolo della laboriosità, del tempo e della vita che scorre. Il tempo della penitenza e dell’astinenza viene invece rappresentato e dalle sette piume di gallina (una per ogni settimana di Quaresima), conficcate in un’arancia attaccata all’altra mano. Ogni settimana si toglie una piuma, fino al Sabato Santo, giorno in cui la stessa Caremma viene data alle fiamme, in segno di purificazione e dell’auspicato inizio di una nuova stagione di vita



Il 5 marzo, mercoledì delle ceneri, è iniziato il periodo di  Quaresima secondo il rito romano. La Quaresima è un periodo dell’anno liturgico della durata di 40 giorni che termina il giorno di giovedì santo, con l’ingresso nel triduo pasquale La tradizione della Quaresima ha origini antichissime che affondano nei rituali ebraici. Viene menzionata per la prima volta nel quinto canone del primo concilio di Nicea, del 325 d.C, in cui si intima ai cristiani credenti il digiuno e la penitenza per un periodo della durata di 40 giorni, come segno di vicinanza spirituale alle sofferenze patite da Cristo.
40 giorni perché nei vangeli di Luca, Marco e Matteo si narra di un periodo di 40 giorni e 40 notti successivo al battesimo nel fiume Giordano, nei quali Gesù avrebbe vagato per il deserto, digiunando e lottando contro il demonio che tentò di indurlo in tentazione per  tre volte. Ma il numero 40 ricorre spesso nella Bibbia: 40 sono i giorni trascorsi da Mosè sul monte Sinai prima di ricevere le tavole divine, 40 giorni durò il diluvio universale e 40 giorni impiegò Elia il profeta prima di raggiungere l’Oreb.
Con molta probabilità il nome Quaresima risale al tedesco antico ed è riconducibile al termine primavera: la primavera è la stagione che riporta la luce dopo un inverno cupo, accogliendo il risveglio degli animali dal letargo e il rifiorire di piante e arbusti, uno status che coinciderebbe con la Pasqua, la vittoria della vita per mezzo del miracolo della resurrezione sulle tenebre e la morte.

In passato, il periodo della Quaresima era sentito con particolare trasporto dai fedeli che rispettavano con estrema puntualità gli obblighi di astensione dai piaceri imposti dalla chiesa, in modo da predisporre il proprio animo alla comprensione del travaglio di Cristo. E così, sebbene non si imponesse al cristiano un digiuno totale di 40 giorni, in tempo di Quaresima erano banditi tutti i vizi di gola e si rifuggivano i divertimenti; non si tenevano feste, non si andava al teatro o al cinema, non si praticavano balli o canti di gruppo e ci si dedicava alla preghiera. Il martedì grasso, che precedeva il mercoledì delle ceneri, rappresentava  un ultimo momento di divertimento prima del lungo periodo di penitenza.
E così è stato fino alla prima metà del 1960, quando il concilio Vaticano II alleggerì i divieti, le penitenze e i vincoli.
Oggi la Quaresima è improntata meno all’ottica del sacrificio e della penitenza. Le buone norme che un cristiano dovrebbe osservare prevedono di non mangiare carne il venerdì, rinunciare a qualcosa per noi molto cara, pregare e fare la carità ai più bisognosi.

Tra i momenti più importanti del periodo di Quaresima ci sono il    
 Mercoledì delle ceneri. E’ il giorno che apre la Quaresima, quello che segue il martedì grasso e la fine del Carnevale. Nel nuovo testamento si fa riferimento alla pratica adottata dal clero di tracciare una croce fatta di cenere sulla fronte dei credenti. Le ceneri derivano dalla combustione delle palme bruciate durante la domenica delle palme dell’anno precedente e fungevano per ricordare al cristiano l’immortalità dell’anima e la necessità della penitenza.
Settimana santa. In questa settimana che precede la Pasqua si ripercorrono la passione, la morte e la resurrezione di Gesù.
La settimana santa comprende la domenica delle palme, il giorno che apre la settimana Santa. Secondo il rito liturgico il sacerdote benedice i rami di ulivo e di palma introdotti in chiesa dai fedeli e li riconsegna loro alla fine della funzione.
Giovedì santo. E’ il giorno che chiude ufficialmente la Quaresima, quello dell’ultima cena di Gesù con gli apostoli. Venerdì santo. Contraddistingue il momento più doloroso per l’anno liturgico cristiano, poiché è il giorno in cui Cristo viene crocefisso sul monte Calvario. In questa data non si effettua il rito dell’Eucarestia e per le strade delle città si tiene la Via Crucis. Sabato Santo. Precede la resurrezione di Cristo. Nella notte si tiene la veglia pasquale.
E sapete perché nel mondo dello spettacolo porta male indossare il viola sul palcoscenico? In passato nel periodo della Quaresima i divertimenti erano banditi e non si tenevano rappresentazioni teatrali. Perciò gli attori se la passavano piuttosto male. Il viola è il colore dei paramenti sacri nel periodo della Quaresima.

13 commenti:

  1. Ciao Tina, rieccomi finalmente! Che bello conoscere le tradizioni della tua terra, che come sai adoro...
    Un abbraccio e a presto
    Mari

    RispondiElimina
  2. Ciao Tina, come stai? che belle queste notizie, sopratutto quella del viola sul palcoscenico!grazie per questa bella lettura....bacioni simona:)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a te per non perderti una virgola. Ciao. Tina

      Elimina
  3. bellissimo conoscere le tradizioni e i perchè ... grazie di questo tuo racconto.... un bacione giusi_g

    RispondiElimina
  4. Cara Tina, vedo che impariamo delle cose importanti del salento!
    la terra del sole, le foto sono molto chiare e fatte bene.
    Ciao e buona giornata cara amica.
    Tomaso

    RispondiElimina
  5. Non sapevo proprio del viola! Grazie!
    L'uovo della prima foto è fa vo lo so!!!!!!!!!!!!!!!
    Un bacione grandissimo e buona settimana!
    Sharon

    RispondiElimina
  6. Ciao Tina, era un po' che non riuscivo a passare, vedi ho imparato qualcosa di nuovo, usanze locali che ci ricordano sempre da dove si viene. Grazie per le tue visite e per i tuo commenti. Un abbraccio.

    RispondiElimina
  7. Molto interessante.
    E che meraviglia quell'uovo! =)
    Dani

    RispondiElimina
  8. Interessante ciò che hai postato, ti ringrazio.

    RispondiElimina
  9. Ciao Tina, non so perchè ma ho avuto molta difficoltà a lasciarti i messaggi in questi giorni. Non riuscivo a scriverti. Grazie per questo bel post pieno di informazioni interessantissime. l'uovo è bellissimo, compimenti.
    Un abbraccio
    Sara

    RispondiElimina

Grazie per essere state mie gradite ospiti. Mi farebbe piacere sapere cosa ve ne pare di quello che avete visto. E se vi è piaciuto..... ditelo alle amiche!
Thank you for being my kind guests. Your comment would be appreciated.