lunedì 4 gennaio 2016

Il pastorello e la pagliuzza

Come un filo di paglia
I pastori che erano stati alla stalla di Betlemme a onorare il Bambino Gesù tornavano a casa. Erano arrivati tutti con le braccia cariche di doni e ora se ne partivano a mani vuote.
Eccetto uno. Un pastore giovane aveva portato via qualcosa dalla stalla santa di Betlemme. Una cosa che teneva stretta nel pugno. Gli altri lì per lì non ci avevano fatto caso, finchè uno di essi disse: "Cha cos'hai in mano?".
"Un filo di paglia", rispose il giovane pastore, "un filo di paglia dalla mangiatoia in cui dormiva il Bambino".
"Un filo di paglia!" sghignazzarono gli altri. "E' solo spazzatura. Buttalo via!".
Il giovane pastore scosse il capo. "No", disse, "lo conservo. Per me è un segno, un segno del Bambino. Quando tengo questa pagliuzza nelle mie mani mi ricordo di lui e quindi anche di quello che hanno detto di lui gli angeli".


Il giorno dopo gli altri pastori chiesero al giovane: "Che ne hai fatto della tua pagliuzza?".
Il giovane la mostrò. "La porto sempre con me".
"Ma buttala!".
"No. Ha un grande valore. Su di essa giaceva il Figlio di Dio".
"E con questo? Il Figlio di Dio vale. Non la paglia!".
"Avete torto. Anche la paglia vale tanto. Su che altro poteva stare il Bambino, povero com'era? Il Figlio di Dio ha avuto bisogno di un pò di paglia. Questo mi insegna che Dio ha bisogno dei piccoli, dei senzavalore. Si, Dio ha bisogno di noi, i piccoli che non contiamo molto, che sappiamo così poco".
Con il passare dei giorni sembrò che il filo di paglia diventasse sempre più importante per il giovane pastore. Durante le lunghe ore al pascolo lo prendeva spesso in mano: in quei momenti ripensava alle parole degli angeli ed era felice di sapere che Dio amava tanto gli uomini da farsi piccolo come loro.

Ma un giorno uno dei suoi compagni gli portò via il filo di paglia dalle mani gridando: "Tu e la tua maledetta paglia! Ci hai fatto venire il mal di testa con queste stupidaggini!".
Stropicciò la pagliuzza e la gettò nella polvere.
Il giovane pastore rimase calmo. Raccolse da terra il filo di paglia, lo lisciò e lo accarezzò con la mano, poi disse all'altro: "Vedi, è rimasto quello che era: un filo di paglia. Tutta la tua rabbia non ha potuto cambiarlo. Cert, è facile fare a pezzi un filo di paglia. Pensa: perchè Dio ci ha mandato un bambino mentre ci serviva un salvatore forte e battagliero? Ma questo bambino diventerà un uomo e sarà resistente e incancellabile. Saprà sopportare tutte le rabbie degli uomini, rimanendo quello che è: il Salvatore di Dio per noi". Il giovane sorrise, con gli occhi luminosi: "No, l'amore di Dio non si può fare a pezzi e buttare via. Anche se sembra fragile e debole come un filo di paglia".

2 commenti:

  1. Cara Tina, posso solo dire che ogni racconto ti coinvolge!!!
    Tomaso

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  2. Cara Tina,che bello leggere il tuo racconto e ammirare scorci del tuo Natale...vedo che anche tu hai messo "sotto vetro"la natività,adoro l'effetto....
    Un forte abbraccio
    Letizia

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Grazie per essere state mie gradite ospiti. Mi farebbe piacere sapere cosa ve ne pare di quello che avete visto. E se vi è piaciuto..... ditelo alle amiche!
Thank you for being my kind guests. Your comment would be appreciated.