giovedì 7 gennaio 2016

I giochi di Natale

La tombola è un tradizionale gioco da tavolo nato nella città di Napoli nel XVIII secolo, come alternativcasalinga al gioco del lotto.

Secondo la tradizione, la tombola sarebbe nata nel 1734 da una discussione tra il re Carlo di Borbone  e il frate domenicano  Gregorio Maria Rocco circa il gioco del lotto, che il primo voleva sotto controllo pubblico, per evitare che in seguito alla sua soppressione vi fosse il fiorire del lotto clandestino, e il secondo considerava immorale per motivi religiosi. Il compromesso fu trovato vietando il gioco durante le festività natalizie, durante le quali le famiglie si organizzarono con questa versione da casa, che divenne presto una consuetudine di quei giorni dell'anno.

Equivalente al gioco del bingo, la tombola è tecnicamente un gioco d’azzardo, in quanto i partecipanti sono tenuti al versamento di una somma in denaro che viene poi ridistribuita come premio ai vincitori. Tuttavia, la tombola italiana viene normalmente giocata in un contesto familiare e le somme che si impegnano e si vincono hanno solitamente valori puramente simbolici

Il carattere casuale del gioco unito al talvolta notevole valore dei premi in palio ha reso il termine tombola sinonimo di evento fortunato o di acquisizione fortuita di una ricchezza o somma di denaro
Un giocatore con ruolo di croupier ha a disposizione un tabellone sul quale sono riportati tutti i numeri da 1 a 90, e un sacchetto riempito con pezzi numerati in modo analogo.

Il suo compito consiste nell'estrarre i pezzi in modo casuale, e annunciare agli altri giocatori il numero uscito. I giocatori dispongono di una o più cartelle precedentemente acquistate, composte da 3 righe, su ciascuna delle quali sono riportati cinque numeri compresi tra 1 e 90.

Ogni volta che il numero estratto è presente su una o più delle sue schede, il giocatore "copre" la casella corrispondente. Nella versione tradizionale della tombola, le schede sono semplici cartoncini stampati e i numeri vengono coperti con fagioli, ceci, lenticchie, pastina o altro materiale disponibile. Tali cartelle sono realizzate in gruppi di sei in modo che in ogni gruppo i numeri da 1 a 90 capitino una ed una sola 

mercoledì 6 gennaio 2016

La ricerca continua.......

Babushka
Babushka aveva la casa più pulita, lavata e meglio tenuta del villaggio. Il giardino era bellissimo, la cucina superba. Dall'alba al tramonto Babushka era occupata a strofinare, lucidare, ordinare.
Così non vide la stella luminosa che illuminò la notte. Non vide la linea di luci tremolanti che avanzavano verso il villaggio. Non udì il suono delle zampogne e dei tamburi e quello delle campane che diventava sempre più forte. Non udì le voci ed i sussurri dei suoi compaesani. 
 Ma il bussare alla porta, questo non poteva non sentirlo.
"Che c'è?", chiese, mentre apriva uno spiraglio della porta. Vide la faccia rugosa di un pastore con il naso paonazzo per il freddo e fiocchi di neve nei capelli. "Puoi farci scaldare un pò al tuo fuoco, per favore?" chiese il pastore.
Babushka pensò ai suoi pavimenti lucidi, alla sua tranquillità messa a soqquadro, ma li fece entrare. I pastori spalancarono gli occhi alla vista del pane fatto in casa, dei dolci, delle marmellate e delle conserve di Babushka. E lei, che aveva buon cuore, li rifocillò.

martedì 5 gennaio 2016

Tutti per uno......

L'occhio del falegname

C'era una volta, tanto tempo fa, in un piccolo villaggio, la bottega di un falegname. Un giorno, durante l'assenza del padrone, tutti i suoi arnesi da lavoro tennero un gran consiglio.
La sedutra fu lunga e animata, talvolta anche veemente. Si trattava di escludere dalla onorata comunità degli utensili un certo numero di soci.
Uno di essi prese la parola: "Dobbiamo espellere nostra sorella Sega, perchè morde e fa scricchiolare i denti. Ha il carattere più mordace della terra".
Un altro intervenne: "Non possiamo tenere fra noi nostra sorella Pialla: ha un carattere tagliente e pignolo, da spelacchiare tutto quello che tocca".

lunedì 4 gennaio 2016

Il pastorello e la pagliuzza

Come un filo di paglia
I pastori che erano stati alla stalla di Betlemme a onorare il Bambino Gesù tornavano a casa. Erano arrivati tutti con le braccia cariche di doni e ora se ne partivano a mani vuote.
Eccetto uno. Un pastore giovane aveva portato via qualcosa dalla stalla santa di Betlemme. Una cosa che teneva stretta nel pugno. Gli altri lì per lì non ci avevano fatto caso, finchè uno di essi disse: "Cha cos'hai in mano?".
"Un filo di paglia", rispose il giovane pastore, "un filo di paglia dalla mangiatoia in cui dormiva il Bambino".
"Un filo di paglia!" sghignazzarono gli altri. "E' solo spazzatura. Buttalo via!".
Il giovane pastore scosse il capo. "No", disse, "lo conservo. Per me è un segno, un segno del Bambino. Quando tengo questa pagliuzza nelle mie mani mi ricordo di lui e quindi anche di quello che hanno detto di lui gli angeli".

domenica 3 gennaio 2016

I pacchi chiusi


I regali nello sgabuzzino
Il postino suonò due volte. Mancavano cinque giorni a Natale. Aveva tra le braccia un grosso pacco avvolto in carta preziosamente disegnata e legato con nastri dorati.
"Avanti", disse una voce dall'interno.
Il postino entrò. Era una casa malandata: si trovò in una stanza piena d'ombre e di polvere. Seduto su una poltrona c'era un vecchio.

sabato 2 gennaio 2016

La commessa e la cliente

Signora, si chiude
Era la Vigilia di Natale e la commessa non vedeva l'ora di andarsene. Pensava in continuazione alla festa che l'attendeva appena finito il lavoro. Sentiva già i mormorii di ammirazione che l'avrebbero accompagnata mentre entrava vestita con l'abito da sera di velluto, con il cavaliere che la scortava.... Quando arrivò l'ultima cliente.
Mancavano solo cinque minuti alla chiusura. "Non è possibile che venga proprio al mio banco", pensò. Finse di non sentire quando quella si schiarì la voce e disse piano: "Signorina, signorina... quanto costano quelle calze?".
"Credo che sul cartellino ci sia scritto 6.000 lire" rispose brusca.
"Non ne avete di meno care?".
"Tremila e cinque" scattò guaradando l'orologio.
"Mi faccia vedere quelle meno care".

venerdì 1 gennaio 2016

L'uomo e l'agnellino


Un grido nella notte

In una notte buia e profonda un uomo stava per morire. Era la vigilia di Natale. L'uomo era diretto a casa. Per tutto l'anno aveva lavorato nei boschi, sulle montagne, lontano dal suo paese. Aveva lavorato disperatamente, senza sosta, ma anche così era riuscito a mettere da parte ben poco denaro. Aveva deciso ugualmente di tornare a casa.
Ma proprio mentre usciva dalla foresta, era scoppiato uno spaventoso temporale. la casa dell'uomo era ancora lontana chilometri e chilometri.
L'uomo era sotto una quercia quando un fulmine squarciò la pianta. Rami gli caddero addosso. Fuggì via. Perdeva sangue da un braccio e da una gamba. Fuggiva sotto la grandine, coprendosi appena la testa con le mani. Via, via, lontano dalla foresta da cui era sbucato il fulmine.